Linux nella PA: una riflessione.

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Blallo
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Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da Blallo »

link cancellato

Boh, mi sembrava interessante.

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navajo
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Re: Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da navajo »

eh ?????????
ho tolto il link perchè a me portava a una foto porno!!!!!!!!!!!!
non so come sia successo, visto che si tratta di te, credo che ci sia un refuso o un problema da qualche parte...
controlla bene..
=D> =D> =D>

ilmich
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Re: Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da ilmich »

lo ha fatto anche a me.. pero' vista la serietà di chi scrive sul nostro forum ho fatto un paio di prove e se si raggiunge il post andando sul sito direttamente (copiando solo la prima parte dell'url) l'articolo compare.
l'ho trovato interessante perchè effettivamente mi ha fatto riflettere sul fatto che nonostante linux abbia di suo già cose tipo scheduler(cron) e demoni vari.. si riscriva sempre la ruota col risultato che DE pesanti attivano mille altre robe che fanno piu' o meno le stesse cose.
Per quanto riguarda invece i costi e i risparmi rispetto ad avere software opensource pecca un po' di cifre che avrebbero reso l'articolo ancor piu' interessante.. soprattutto perchè secondo me, al netto della compatibilità con alcuni formati.. che poi penso sia l'unico motivo per il quale chi lo ha adottato è poi tornata indietro, l'opensource conviene eccome anche semplicemente considerando il fatto che è piu' sicuro e non cosi' vulnerabile ai virus il che elimina i costi altrettanto mostruosi legati alla sicurezza di una rete informatica (alias gli antivirus costano e pure cari).
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Blallo
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Re: Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da Blallo »

Non ho idea di come sia stato possibile!
Chiedo scusa al forum :(

Se riuscite a linkarlo in maniera sicura... :D

Nel caso cercate "Kein Pfusch: L' Open Source nella PA: scontro di pisquani."

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Blallo
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Re: Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da Blallo »

miklos ha scritto:Per quanto riguarda invece i costi e i risparmi rispetto ad avere software opensource pecca un po' di cifre che avrebbero reso l'articolo ancor piu' interessante.. soprattutto perchè secondo me, al netto della compatibilità con alcuni formati.. che poi penso sia l'unico motivo per il quale chi lo ha adottato è poi tornata indietro, l'opensource conviene eccome anche semplicemente considerando il fatto che è piu' sicuro e non cosi' vulnerabile ai virus il che elimina i costi altrettanto mostruosi legati alla sicurezza di una rete informatica (alias gli antivirus costano e pure cari).
E' un semplice dare-avere: ad un costo inferiore ottieni un servizio oggettivamente inferiore.
La PA non è solo battitura di fogli protocollati su Word (benché dall'esterno sembri esattamente quello...)
E' anche gestione di grafici e dati vari.

Libreoffice è un mastodonte che ha la metà delle funzioni "esotiche" di Office.
Per quanto utopistico, adottare Latex non sarebbe un'idea così pessima...
Il punto è che Windows+Office è un'architettura unitaria e ben rodata.
Linux *buntu + Libreoffice no, e offre anche meno funzioni, nella pratica.

Il risparmio quindi lo paghi in minore funzionalità.

Quindi pesi sulla bilancia: sicurezza o utilità?
Il risultato non è scontato.
Oltretutto il semplice fatto che manchi un DE veramente SEMPLICE e LEGGERO, per dirne una, la dice lunga.

La frammentazione di Linux è croce e delizia, ma in certi ambiti solo croce.

Per poi... licenze software?
100.000€ all'anno tra office, windows e antivirus per avere un sistema funzionante con un minimo di sicurezza?
Non so voi, ma io la firma ce la metterei.

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targzeta
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Re: Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da targzeta »

Metto il link tra tag "code" così chi vuole fa copia e incolla.

Codice: Seleziona tutto

http://www.keinpfusch.net/2014/08/l-open-source-nella-pa-scontro-di.html
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ilmich
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Re: Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da ilmich »

Blallo ha scritto:100.000€ all'anno tra office, windows e antivirus per avere un sistema funzionante con un minimo di sicurezza?
Non so voi, ma io la firma ce la metterei.
e se fossero svariati milioni!!?!? io non considero la PA solo come il singolo comune o regione perchè in quel caso la firma ce la metterei pure io..
Pero' tralasciando il discorso open è + bello, in tempi di crisi penso a cose tipo ministeri/agenzie/aziende a partecipazione statale. Io c'ho lavorato in una partecipata statale e la massima magia che ho visto fare con Excel è il filtro sui dati.
E il massimo supporto di M$ quando ci è servita per un problema con java + connessioni tcp aperte è stato "ci guardiamo, ma java non è roba nostra".. per poi scoprire smanettandoci sopra.. che windows c'ha nmila chiavi di registro non documentate che fanno tuning sullo stack di rete :shock: e che qualsiasi cosa tu voglia fare su Windows.. gira meglio se la sviluppi in VB :evil:

Secondo me, come in tante altre cose del sistema in cui viviamo, non c'e' la volonta di affrancarsi da schiavitu' di questo tipo.. o quantomeno ci sono troppi interessi economici per poterci anche solo pensare di provare a cambiare qualcosa.
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brg
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Re: Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da brg »

Blallo ha scritto: Libreoffice è un mastodonte che ha la metà delle funzioni "esotiche" di Office.
Sì, ma il vero problema è: servono? Perché se uno può farne a meno, o trovare altre vie per ottenere gli stessi risultati, non sono un valore aggiunto. Sinceramente per quelli che sono i bisogni di una PA, Open/LibreOffice ha tutto quel che serve. Il vero scoglio è la compatibilità dei formati, ma anche quello è un mezzo scoglietto, perché non esiste solo Open/LibreOffice per Linux, ma anche vari Office proprietari, più economici di MS Office, con ottima compatibilità con i formati "problematici". E molte di queste suite sono pure online, il che semplificherebbe un bel po' la gestione dell'infrastruttura.
Blallo ha scritto: Per poi... licenze software?
100.000€ all'anno tra office, windows e antivirus per avere un sistema funzionante con un minimo di sicurezza?
Non so voi, ma io la firma ce la metterei.
Credo che qui si stia facendo un bel po' di confusione. L'utente privato compra la licenza Windows/Office e installa Linux a gratis, poi se qualcosa va male, in entrambi i casi, sono affari suoi. L'utente pubblico/privato-commerciale compra la licenza Windows e il supporto, oppure installa Linux gratis e compra il supporto. A volte il supporto Linux costa molto meno di quello MS, ma anche lì non è tutto uguale: RedHat ti fornisce il supporto dopo che ti sei comprato le macchine, IBM ti fornisce il supporto su tutto, dall'hardware al software, se vuoi. Quindi il discorso è molto complesso. Se passi da una versione all'altra di Windows o Office, ti tocca riaddestrare il personale ed i corsi ufficiali MS costano un occhio.

Poi ci sono considerazioni economiche che vanno al di là dei semplici tabellini dei prezzi. Con il software proprietario sei obbligato ad aggiornare SO/programmi e parco macchine, non quando conviene a te, ma quando serve al produttore, che ha rilasciato una nuova versione, ha smesso di supportare quella vecchia, c'è bisogno di computer con specifiche nuove per far girare quel programma/SO ecc. Inoltre con Windows, dai soldi ad una mega corporazione che evade le tasse in Irlanda, con l'Open Source puoi stimolare la creazione di aziende nell'IT sul tuo territorio e far circolare i capitali nella tua economia locale. Quest'ultima è stata una delle ultime ragioni sostenute dall'amministrazione di Monaco di Baviera.

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Re: Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da EmaDaCuz »

Mi sono affacciato al mondo Linux e open source nel 2003. Al tempo si diceva "Linux e' pronto per il desktop, Linux e' pronto per la PA" oppure "Open Source ovunque, meglio di Microsoft!". 11 anni dopo, le frasi che si sentono sono le stesse. Mi pare che il tempo abbia dato una risposta inequivocabile. Linux e Open Source nella PA non vanno. Possiamo trovare migliaia di ragioni, applicare diversi approcci, ma il risultato non cambia e penso che non cambierà.

Detto cio', provo a dire la mia. La mia domanda e' "perché open source invece di closed source?". E devo dire che non trovo nulla in cui l'open source sia, almeno nella PA, preferibile al closed. Il supporto costa, anche molto. Gli strumenti che ci sono, a mio parere, sono tutto fuorché user-friendly (e ricordiamo che nella PA non lavorano solo informatici, ma la maggior parte degli impiegati ha forse una licenza superiore). Supporto hardware limitato (non vi dico quanto ho dovuto penare per far funzionare una stampante di rete nel mio laboratorio). Incoerenze nelle interfacce, anche l'occhio vuole la sua parte. Pesantezza dei software, qualcuno ha già menzionato quel mastodonte di Libre Office. Mancanza di software, oltre ad una vera suite office mancano almeno un CAD e un OCR. E potrei continuare.

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Re: Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da Blallo »

brg ha scritto:Sì, ma il vero problema è: servono? Perché se uno può farne a meno, o trovare altre vie per ottenere gli stessi risultati, non sono un valore aggiunto. Sinceramente per quelli che sono i bisogni di una PA, Open/LibreOffice ha tutto quel che serve.
Francamente NO.
Fino ad una release fa con Calc non potevi nemmeno far "incrementare" i valori lungo le colonne, trascinando il bordo di una cella.
Ora puoi, ma davvero in una PA devi dipendere dai cicli di rilascio di una community che manco sa dove voleva andare a parare fino a due anni fa?
brg ha scritto:Il vero scoglio è la compatibilità dei formati, ma anche quello è un mezzo scoglietto, perché non esiste solo Open/LibreOffice per Linux, ma anche vari Office proprietari, più economici di MS Office, con ottima compatibilità con i formati "problematici". E molte di queste suite sono pure online, il che semplificherebbe un bel po' la gestione dell'infrastruttura.
Pagare per pagare, allora prendi lo standard-de-facto. Ovvero MS Office.
Più economici? Meh. Devi sempre pesare prezzo/prestazioni/assistenza. E sulle ultime due MS non ha rivali, spiacente.
brg ha scritto:Credo che qui si stia facendo un bel po' di confusione. L'utente privato compra la licenza Windows/Office e installa Linux a gratis, poi se qualcosa va male, in entrambi i casi, sono affari suoi. L'utente pubblico/privato-commerciale compra la licenza Windows e il supporto, oppure installa Linux gratis e compra il supporto. A volte il supporto Linux costa molto meno di quello MS, ma anche lì non è tutto uguale: RedHat ti fornisce il supporto dopo che ti sei comprato le macchine, IBM ti fornisce il supporto su tutto, dall'hardware al software, se vuoi. Quindi il discorso è molto complesso. Se passi da una versione all'altra di Windows o Office, ti tocca riaddestrare il personale ed i corsi ufficiali MS costano un occhio.
Appunto: quindi se non hai vantaggi nello spendere per riaddestrare il personale ad una nuova interfaccia perché quest'ultima è meno produttiva della prima, perché farlo?
brg ha scritto:Poi ci sono considerazioni economiche che vanno al di là dei semplici tabellini dei prezzi. Con il software proprietario sei obbligato ad aggiornare SO/programmi e parco macchine, non quando conviene a te, ma quando serve al produttore, che ha rilasciato una nuova versione, ha smesso di supportare quella vecchia, c'è bisogno di computer con specifiche nuove per far girare quel programma/SO ecc. Inoltre con Windows, dai soldi ad una mega corporazione che evade le tasse in Irlanda, con l'Open Source puoi stimolare la creazione di aziende nell'IT sul tuo territorio e far circolare i capitali nella tua economia locale. Quest'ultima è stata una delle ultime ragioni sostenute dall'amministrazione di Monaco di Baviera.
Etica e guadagno non vanno sempre di pari passo, e dubito che uno Stato ci mangi con l'etica, per quanto brutto sia come pensiero.
E torno a ripeterti: ok, cambi macchine e OS ogni volta, ma tu devi funzionare.
Se una Red Hat o *distro professional a caso* non mi fornisce i mezzi per ottenere -ALMENO- le medesime cose di Windows, io resto su Windows.

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Re: Linux nella PA: una riflessione.

Messaggio da brg »

EmaDaCuz ha scritto:Possiamo trovare migliaia di ragioni, applicare diversi approcci, ma il risultato non cambia e penso che non cambierà.
Il risultato è già cambiato. Nel 2003 l'adozione di Linux come desktop professionale era nulla, poi sono arrivati Monaco di Baviera, l'Extremadura, la gendarmeria francese, la Cina, il Brazile, l'India, la Russia e molti altri ed ora l'adozione di Linux è una realtà. Nel 1993 quando Debian e Slackware sono state create l'adozione di Linux nei Server era nulla, nel 2008 Ballmer (amministratore delegato di MS) dichiarò che il mercato server era 60% Linux, 40% Win e non credo che abbia arrotondato i numeri a favore di Linux.
Blallo ha scritto:Pagare per pagare, allora prendi lo standard-de-facto. Ovvero MS Office.
Più economici? Meh. Devi sempre pesare prezzo/prestazioni/assistenza. E sulle ultime due MS non ha rivali, spiacente.
Potresti fare lo stesso discorso per il mercato server o supercomputer o embedded. Perché usare server Linux, quando MS ti offre la migliore assistenza, i migliori servizi integrati (Exchange, Sharepoint) ecc.? Perché, nei fatti, evidentemente non è così.
Altrimenti non ci sarebbero sempre più notizie di istituzioni che passano a Linux (es. comune di Torino). Evidentemente, almeno in qualche caso, Linux nella PA ha funzionato ed altri cercano di replicare il successo. Se la soluzione proprietaria di MS è così superiore, perché ricorrere alla corruzione(http://online.wsj.com/news/articles/SB1 ... TopStories http://www.infoworld.com/t/platforms/sw ... nvalid-013)?

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Messaggio da Blallo »

brg ha scritto: Se la soluzione proprietaria di MS è così superiore, perché ricorrere alla corruzione?
http://it.wikipedia.org/wiki/Abbraccia, ... d_estingui
E non contiamo il fatto che passare a software open source può essere anche una mossa politica.
(E qui non mi dilungo visto che parlare di politica è giustamente off-limits :) )

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